Non c’è relazione fra le dichiarazioni di chi governa e ciò che mette in pratica: da un lato esalta in pubblico le eccellenze agricole ma poi aggrava l’agricoltore di balzelli. E’ lo sfogo divertici della Cia Marche: “La Legge di Bilancio – spiega il Presidente Alessandro Taddei – reintroduce per il 2024 l’Irpef, l‘imposta sul reddito delle persone fisiche, con una pesante ricaduta sul tessuto imprenditoriale agricolo, in un momento storico di enormi difficoltà per il settore, gravato da eventi climatici devastanti e un contesto economico che abbatte i ricavi”.
L’esenzione Irpef per i redditi dominicali e agrari era stata altresì concessa, negli ultimi sette anni, ai coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola. Con la nuova Legge invece “si torna ad attuare vecchie norme che la CIA – prosegue Taddei – ha ritenuto sempre inique, in quanto si tassa un bene strumentale”. La disposizione riguardava – come noto – anche i familiari coadiuvanti del coltivatore diretto e i soci delle società semplici iscritti nella gestione previdenziale agricola.
“Da vent’anni combattiamo contro tutto questo. Sarebbe come mettere una tassa sul mare del pescatore, o una tassa sul tornio del tornitore. Così – ribadisce il Presidente Cia Marche – l’intero sistema viene mortificato e rischia di non reggere più”.
La Cia Marche chiede dunque al Governo di ripristinare il regime di esenzione Irpef e la proroga dell’esonero dai contributi previdenziali per i giovani agricoltori. Una mancata proroga che si inserisce in una Legge di Bilancio complessivamente magra per il settore agricolo e in controtendenza rispetto alle aspettative generate da un Governo che ha sempre enfatizzato la Sovranità alimentare e ha sempre dichiarato di proteggere l’agricoltore italiano.