QM ORTOFRUTTA

QM ORTOFRUTTA (D.G.R.M. 29/7/13)    (ortofr24)

Soggetti interessati:

Aziende agricole, centri di raccolta e stoccaggio, commercianti e grossisti, confezionatori, stabilimenti di trasformazione, dettaglianti che intendono commercializzare prodotti ortofrutticoli freschi o trasformati con il marchio QM, purché aderenti a specifico disciplinare e si impegnano in ogni fase del processo produttivo a tenere separato prodotto a marchio per consentirne facile identificazione. Non obbligatorio per trasportatori aderire a filiera, purché garantiscono sistema di tracciabilità e separazione del prodotto a marchio

Iter procedurale:

Regione Marche approvato modalità di applicazione del marchio QM ai seguenti prodotti:

–          frutticoli: actinidia, albicocco, castagno da frutto, ciliegio, fico, melo, pero, pesco, susino le cui schede colturali di riferimento, comprendenti vocazionalità pedoclimatica, tecnica colturale (scelta varietale, sistema di impianto, concimazione, potatura, fase di allevamento, fase di produzione, impollinazione, diradamento dei frutti, gestione del suolo, irrigazione, raccolta, post raccolta, trasformazione) sono riportate su BUR 68/13;

–          orticole: aglio, asparago, bietola da costa, carciofo, carota, cetriolo, cicoria ed indivia, cipolla, cavolo broccolo e verza, cavolfiore, cavolo cappuccio, fagiolo, fagiolino, fava, finocchio, lattuga, melanzana, patata, peperone, pisello, pomodoro, rapa, cima di rapa, rucola, sedano costa, spinacio, zucchino, fragola, cece, cicerchia, lenticchia cui schede colturali di riferimento, comprendenti vocazionalità pedoclimatica, tecnica colturale (scelta varietale, rotazione, gestione terreno, sistema impianto, semina, materiale di propagazione, sesti di impianto, fertilizzazione, irrigazione, raccolta, post raccolta) sono riportate su BUR 68/13

Marchio QM rilasciato da Regione a soggetti di cui sopra purché:

–          rispettati vincoli di produzione integrata indicati per singola coltura in allegato a D.G.R.M. 29/7/2013 pubblicato su BUR 68/13

–          non utilizzato nel processo produttivo materiale vivaistico, sementi, materie prime, coadiuvanti, additivi, … contenenti OGM

–          prodotti commercializzati privi di difetti che ne possono alterare caratteristiche organolettiche

–          corrispondenza tra caratteristiche prodotto, denominazione commerciale nel documento di trasporto ed eventuale trasferimento

–          trasportati in contenitori tali da non compromettere integrità e contrassegnati in modo da distinguerli da altri (In caso di cassette aventi dimensioni 40×60 o 30×40)

–          prodotti confezionati freschi o refrigerati riportanti in etichetta: nome o ragione sociale o marchio e sede del fabbricante; sede stabilimento di produzione o confezionamento; natura prodotto; nome varietà;; quantità netta; origine prodotto (Nome Paese extraCE, Stato membro, Regione, Provincia, Comune); caratteristiche commerciali (categoria e calibro); termine minimo di conservazione: lotto di appartenenza del prodotto; modalità particolari di conservazione od utilizzo; data raccolta; logo marchio QM (usato nella sua forma integrale, apposto in modo da non essere confuso con altri elementi grafici); codice di tracciabilità SITRA; logo Ente terzocertificatore

–          prodotto fresco non manipolato, né confezionato occorre esporre almeno seguenti indicazioni: varietà, origine, categoria, calibro, data raccolta, logo marchio QM, codice di tracciabilità SITRA

–          vendita di prodotti ortofrutticoli e legumi freschi o trasformati con marchio QM attuata presso punti vendita che si impegnano a garantire continuità del sistema di tracciabilità

–          agricoltori che intendono beneficiare per ortofrutticoli di marchio QM debbono adottare seguenti pratiche agronomiche generali, fatte salve quelle per specifica coltura riportate su BUR 68/13:

a) scelta di ambiente vocato per quella determinata specie ortofrutticola, tenendo conto di caratteristiche ambientali (quota, pendenza, esposizione, microclima), qualità dei suoli (tessitura, profondità, scheletro, sostanza organica), sistema gestione aziendale (avvicendamento colturale, lavorazioni, fertilizzazioni, irrigazione), vincoli geografici di gestione (Zone vulnerabili nitrati; Zone protezione speciali; Siti di interesse comunitario; Parchi; Riserve naturali, aree soggette a tutela fluviale e paesaggistica, altri vincoli)

b) valutazione livello di attitudine dei suoli a coltivazione delle diverse specie

c) mantenimento di agroecosistema naturale attraverso: adozione di tecniche di inerbimento polifita; sfalcio alternato di filari; ripristino e realizzazione di siepi; ripristino e realizzazione di nodi artificiali; invasi di acqua; muretti a secco; costituzione di sistemi protettivi naturali (aree rifugio per animali); reintroduzione di piante autoctone; interventi per conservazione e incremento biodiversità del suolo (gestione sostenibile di lavorazioni, apporti di sostanza organica, compresi utilizzo residui colturali, rotazione colturale, uso razionale di agrofarmaci)

d) scelta varietale, portinnesti e materiale di moltiplicazione. Vietato ricorso a materiale OGM. Scelta di piante intere, ecotipi e varietà resistenti alle principali fitopatie adatte a condizioni pedoclimatiche di coltivazione, utilizzando materiale di propagazione sano e certificato sul piano genetico e sanitario. Per piante arboree ricorrere a materiale di categoria “!certificato” virus esente o virus controllato (In assenza materiale di categoria CAC) mentre per impianti orticoli di categoria qualità UE

e) sistemazione e preparazione del suolo ad impianto e semina da attuare per migliorare fertilità del suolo, evitando fenomeni di degrado del suolo, definiti in funzione di tipologia del suolo, colture interessate, giacitura, rischi di erosione, condizioni climatiche di area e nel contempo favorendo elevata biodiversità di microflora e microfauna del terreno, riduzione fenomeni di compattamento, consentendo allontanamento di acque meteoriche in eccesso, mantenimento buona struttura del suolo. Lavorazioni di particolare rilievo (scasso, movimento terra, rippatura profonda) valutate attentamente

f) avvicendamento colturale pianificato non separatamente per singolo campo ma per UPA, con rotazione di 5 anni e ristoppio per ogni coltura (In aree particolarmente svantaggiate ammesse 2 colture in 5 anni con 2 ristoppi, purché coltura inserita in 2 ristoppi di famiglia botanica diversa). Nel caso di reimpianto di colture arboree occorre lasciare a riposo terreno per congruo periodo durante il quale praticare coltura estensiva o sovescio, asportare residui radicali di coltura precedente, eseguire concimazione con sostanza organica in base ai risultati di analisi chimiche e fisiche del terreno, sistemare nuove piante in posizione diversa da quella occupata in precedenza, usare portinnesti adatti a specifico ambiente. In caso di colture protette in strutture fisse (permangono per almeno 5 anni nello stesso posto) non vincolate ad obbligo di rotazione, purché ad anni alterni eseguiti interventi di solarizzazione (durata almeno 60 giorni) o altri sistemi non chimici di contenimento delle avversità. Per colture orticole pluriennali (carciofo, asparago) necessario intervallo di almeno 2 anni, salvo impianti dove evidenziati problemi fitosanitari dove richiesti intervalli superiori. Per orticole a ciclo breve ammessa ripetizione di più cicli nello stesso anno, purché appartenenti a famiglie botaniche diverse o con intervallo di almeno 60 giorni tra 2 cicli di stessa natura. Ammesse colture da sovescio, purché non oggetto di raccolta ma a soli fini di fertilizzazione (specie le leguminose)

g) semina, trapianto, impianto nel rispetto dello stato fitosanitario della coltura (limitare impatto negativo di malerbe, malattie, litofagi; limitare uso di fitoregolatori di sintesi; ottimizzare uso di nutrienti; consentire risparmio idrico)

h) gestione del suolo e pratiche agronomiche, controllo infestanti al fine di: favorire controllo di infestanti; migliorare efficienza nutrienti (Ridurre perdite per lisciviazione, ruscellamento, evaporazione); mantenere suolo in buone condizioni strutturali; prevenire erosione e smottamenti; preservare contenuto in sostanze organica; favorire penetrazione di acqua meteorica e di irrigazione. Su terreni con pendenza di oltre 30%, ammesse per colture arboree ad impianto, solo lavorazioni puntuali che eventuale asportazione di impianto precedente ed inerbimento di vegetazione spontanea mediante sfalci, mentre in terreni con pendenza tra 10% e 30% ammesse lavorazioni fino a 30 cm. (Esclusa rippatura). Obbligo per colture arboree inerbimento in interfila in forma spontanea o artificiale (In alternativa in annate di scarsa piovosità ed in suoli argillosi, ammessaerpicatura a 10 cm. o scarificatura). Obbligo esecuzione di lavorazioni superficiali nel periodo primaverile ed estivo per non compromettere funzionalità assorbente di apparati radicali. Se ricorso a pacciamatura, utilizzo di materiali biodegradabili o riciclabili. In merito a controllo di infestanti con prodotti fitosanitari applicate linee guida nazionali per produzione integrata

i) gestione albero e frutti tramite operazioni di potatura, piegatura, impollinazione, diradamento da attuare al fine di favorire corretto equilibrio di esigenze quali-quantitative di produzione e migliorare stato sanitario di pianta limitando il più possibile impiego di fitoregolatori

j) Corretta gestione della risorsa suolo tramite rotazione, concimazione, lavorazione del terreno. Occorre motivare impiego di azoto mediante piano di concimazione di intera UPA e non singola coltura, redatto da tecnico abilitato in base ad analisi terreno, fabbisogno nutritivo di pianta, valori di asportazione di singola coltura, disponibilità di microelementi nel terreno, perdite dovute a percolazione ed evaporazione,avvicendamento colturale, tecnica di coltivazione adottata (compresa fertirrigazione e sovescio), epoca e modalità di distribuzione fertilizzanti in base ad andamento climatico e loro caratteristiche. In Zone Vulnerabili da Nitrati (ZVN) rispettare limiti fissati di 140 kg./ha. Si consiglia di programmare le rotazioni in base ad esigenze agronomiche, inserendovi il sovescio ed usando fertilizzanti organici (quali concimi organici, concimi organo minerali, ammendanti organici minerali, compresi reflui zootecnici e di industrie agroalimentari, purché non siano incompatibili con colture a cui destinate, ma esclusi fanghi di depurazione). Non necessaria analisi del terreno e piano concimazione se non attuata concimazione. Analisi del terreno eseguita per coltura arborea ad inizio periodo di produzione integrata e ad impianto, mentre per seminativo almeno ogni 5 anni su ogni appezzamento omogeneo dal punto di vista pedologico agronomico (Valide anche analisi eseguite nei 5 anni precedenti inizio impegno). Analisi riguardanti granulometria, ph, capacità scambio cationicoCSC, sostanza organica, calcare totale e attivo, azoto totale, potassio scambiabile, fosforo assimilabile, macro e microelementi. Per aree omogenee aventi superficie inferiore a 0,1 ha. per colture orticole, 0,5 ha. percolture arboree, 1 ha. per colture erbacee, analisi del suolo non obbligatorie e piani di concimazione redatti in base a “livelli di dotazione in microelementi” o a carte pedologiche e di fertilità esistenti. Dopo 5 anniripetere analisi del terreno su parametri modificabili (quali sostanza organica, azoto, potassio, fosforo), tralasciando tessitura, ph calcare, CSC,). Per colture arboree eseguire analisi fogliare per evidenziare stato nutrizionale di pianta ed evidenziare eventuali carenze o squilibri di elementi minerali. Prelievo campione da eseguire nei giorni successivi a raccolta o almeno 2 mesi dopo ultima concimazione, procedendo a zigzag in appezzamento omogeneo (Fino a 20 punti di prelievo secondo estensione) con prelievo fino a 30 cm. di profondità (dopo aver tolto strato superficiale di 5 cm.). Terra prelevata da vari campioni sminuzzata e mescolata insieme previa rimozione di materiale grossolano (pietra, radici, stoppie), fino ad ottenere circa 1 kg. di terra da riporre in sacchetti impermeabili, su cui riportare etichette recanti indicazioni su data e terreno. In caso di terreni investiti a colture arboree o destinati a scasso per impianti di queste prelevare campioni di soprassuolo (fino a 30 cm. di profondità) e di sottosuolo (fino a 60 cm. di profondità), riportando tali dati in etichetta. In BUR 68/13 riportati elementi relativi a corretta interpretazione delle analisi di laboratorio e loro applicazione a livello di piano di concimazione per quanto concerne: tessitura o granulometria; reazione del terreno (ph); CSC; sostanza organica; valore azoto totale; rapporto C/N (carbonio organico/azoto totale); potassio scambiabile; fosforo assimilabile. Bilancio di azoto calcolato per ogni coltura su base annuale, efficienza di azoto apportato con fertilizzanti (efficienza concimi di sintesi, efficienza di effluenti zootecnici, efficienza di ammendanti organici). Stimato fabbisogno di azoto per coltura occorre decidere quando somministrarlo per ridurre al minimo perdite per lisciviazione e massimizzare efficienza di concimazione Distribuire azoto in fase di maggiore necessità di coltura (in presenza di coltura o al momento di semina in quantità contenute per colture a ciclo primaverile estivo e colture a ciclo autunno vernino con apporti inferiori a 30 kg./ha. , frazionandolo in più dosi se quantitativo da distribuire superiore a 100 kg./ha. per colture erbacee ed orticole e 160 kg./ha. per colture arboree, salvo concimi a lenta cessione. Fertilizzazione organica, compreso ammendante organico (letame e compost) utilizzabile secondo tabella riportata in BUR 68/13. Fertilizzazione fosfatica e potassica (con apporto massimo di 30 kg./ha. di azoto), microelementi  e macroelementi evidenziata in piano di concimazione

k) determinazione obiettivi produttivi necessari per determinare piano di concimazione

l) irrigazione, ottimizzando risorse idriche tramite maggiore conoscenza di fabbisogno idrico di singola coltura, evoluzione microclimatica, adozione efficiente distribuzione irrigua (irrigazione a goccia, microirrigazione, subirrigazione, pioggia a bassa pressione, fertirrigazione). Impiego di acque idonee (vietate acque saline o contenenti elementi inquinanti) attestate da analisi chimico-fisiche e microbiologiche. Redatto da tecnico abilitato piano di irrigazione i cui volumi di irrigazione determinati in base a bilancio idrico che tiene conto delle diverse fasi fenologiche, tipologia del suolo, condizioni climatiche. A tal fine azienda deve: disporre di strumentazione meteo e dati su pioggia; irrigare in funzione di tipo di coltura e sue esigenze idriche; distribuire volumi di acqua inferiori a quelli previsti per ogni coltura (Evitare sempre di distribuire quantità di acqua superiore a quella necessaria a pianta). Per determinare momento più opportuno per irrigare occorre redigere bilancio idrico dato da: acqua iniziale + irrigazione + pioggia – ETC (evapotraspirazione della coltura) = acqua presente nel terreno. A tal fine azienda deve registrare per ogni coltura su apposite schede: data e volume di irrigazione per aspersione, scorrimento, microirrigazione (per aziende con meno di 1 ha. indicare volume di irrigazione distribuita in intero ciclo colturale); data di pioggia; volume di adacquamento (rispettare volume massimo previsto in funzione tipo di terreno riportato in tabella pubblicata su BUR 68/13). Irrigazione da attuare quando nel terreno raggiunta soglia di intervento che varia in base a diverse specie e fasi di sviluppo ed a carenza idrica del terreno (30-50% di acqua disponibile nel terreno). Volume di irrigazione ottimale quello sufficiente a riportare umidità del terreno a livello di capacità di campo variabile in funzione di strato di terreno da umidificare (in genere 50-60 cm.). Irrigazione per scorrimento ammessa; se lama di acqua raggiunge ¾ di appezzamento si sospende erogazione di acqua, in quanto restante parte del terreno bagnata per scorrimento; tempo intercorrente tra 2 irrigazioni calcolato tenendo conto di valore di restituzione idrica del periodo e di pioggia. Se possibile attuare la fertirrigazione per migliorare efficienza di fertilizzanti ed acqua e ridurre la lisciviazione. Nessun adempimento se non pratica irrigazione

m) raccolta “nell’ottica di privilegiare mantenimento delle migliori caratteristiche dei prodotti”. Prodotti sempre identificati ai fini della tracciabilità, riportando su schede aziendali dati di inizio raccolta per specie e varietà

–          disciplinare di produzione specifico per arboree da frutto riguarda:

a) vocazionalità pedoclimatica scegliendo area vocata a coltivazione di specie frutticola. Terreno con ph: 6-7,2 per actinidia; 6,8-7,5 per albicocco, vite ed olivo; 6-7,5 per ciliegio; 6-7 per susino; 6,8-7,5 per melo, pero,pesco

b) preparazione terreno essenziale per ridurre ristagni idrici e problemi di erosione del suolo nelle aree acclivi. Eseguire in primo luogo livellamento del terreno, ed in sostituzione di operazioni di scasso eseguireripuntatura profonda seguita da lavorazione superficiale. Vietate lavorazioni a profondità superiori a 80 in pianura e 100 cm. in collina, limitando comunque lavorazioni oltre 50 cm.

c) Ad eccezione di olivo, scarse sono le asportazioni di sostanze nutritive. Dosi massime di azoto, potassio e fosforo da distribuire per q.le di prodotto che si intende ottenere sono riportate su BUR 68/13, tenendo presente che in ZVN tali dosi sono ridotte. Si punta a ridurre di 30% uso di fertilizzanti in 5 anni. In merito ad apporto di azoto, potassio, fosforo, microelementi si rimanda ad indicazioni riportate nella parte generale, basandosi su analisi chimico fisiche del terreno da eseguire ogni 5 anni. Indispensabile concimazione di fondo con elementi minerali ed organici al momento di preparazione del terreno (Vietato apportare azoto prima di messa a dimora di pianta) ed in prefioritura di drupacee e pomacee. Concimazione azotata sempre frazionata per quantitativi superiori a 60 kg./ha. Apporti di fosforo e potassio solo in caso di scarsa dotazione di terreno. In fase di allevamento di impianti elementi fertilizzanti ridotti e localizzati in prossimità di apparato radicale. Ammessa concimazione post raccolta (specie per cultivar precoci). Concimazioni fogliari da attuare solo in caso di necessità, comunque non eseguite insieme a concimazioni normali. Nel caso di fertirrigazione tenere conto che quantità di azoto da usare inferiore a 30% rispetto a quello indicato per pieno campo

d) tecnica Si procede al reimpianto in caso di manifeste fisiopatie o se emerse da analisi del terreno particolari problematiche e comunque dopo aver lasciato a riposo terreno per certo periodo di tempo durante il quale attuare sovescio o coltura estensiva. In caso di reimpianto: asportare completamente residui radicali di coltura precedente; usare portainnesti adatti a ristoppio; sistemare pianta in posizione diversa da quella precedentemente occupata; eseguire eventuale concimazione organica sulla base di analisi chimico-fisiche del terreno. Vietato interventi con prodotti fumiganti e nuovi impianti in aree soggette a movimenti franosi in atto o potenziali

e) scelta varietale idonea ad ambiente e con buone prospettive commerciali. Preferire cultivar locali e maggiormente resistenti alle principali avversità e fitopatie ed a maggiore tenuta di maturazione

f) impianto eseguito nel periodo invernale primaverile con sufficiente umidità del terreno e distanze compatibili con produzione di qualità, portainnesto, varietà terreno, tecniche colturali, forma di allevamento deve garantire adeguata illuminazione di chioma, distribuzione prodotti fitosanitari uniforme ed agevolare operazioni di potatura e raccolta

g) potatura del frutteto da attuare con interventi “al verde” per allevamento della pianta e puntando su produzione costante e di qualità. Tagliare sempre rami colpiti da patogeni

h) diradamento frutti per ottenerne di buona pezzatura ed elevate caratteristiche organolettiche e produzioni costanti negli anni, da eseguire tempestivamente specie per cultivar Vietato diradamento chimico dei frutti

i) Nella tabella pubblicata su BUR 68/13 si riportano i massimali orientativi di irrigazione per specie frutticola calcolati in funzione di tipo terreno e fasi fenologiche. Vietati sistemi irrigui sopra chioma, irrigazione per scorrimento nei nuovi frutteti, dove adottare invece sistemi ad alta efficienza e basso consumo(come goccia, microaspersione, aspersione)

j) epoca ottimale di raccolta individuata in base a colore della buccia, durezza della polpa, grado rifrattometrico, acidità

k) in fase di post raccolta per prodotto fresco, partite a marchio QM: identificate ad entrata centri di condizionamento mediante cartellini apposti su cassone/pallet (recanti data di ingresso in magazzino ed identificazione di partite già controllate per residui); dislocate in aree specifiche di movimentazione; nel caso di mele e pere trattate con antiriscaldo e conservate in celle a lunga conservazione; lavorate separatamente da altre o su linee separate o secondo turni di lavorazione esclusivi

l) marchio QM riservato solo a categorie commerciali “extra” e “prima” presentate in confezioni rigide (Nel caso di mele rosa, pere, pesche, nettatine ammessi non più di 2 strati)

m) in fase di post raccolta per prodotto trasformato: marchio QM applicato solo a prodotti riportati in schede pubblicate su BUR 68/13 trasformati in:

  • confetture derivanti da prodotti di categoria “extra” e “prima” senza difetti di 1 sola specie o di più specie (confetture miste) con impiego di almeno 45% di frutta, senza uso di pectine di sintesi, enzimi, coloranti con eventuale aggiunta di limone come stabilizzante;
  • composte di frutta derivanti da prodotti senza difetti di varie specie, con minor quantitativo di zucchero, senza uso di pectine di sintesi, enzimi e coloranti, con eventuale aggiunta di limone come stabilizzante;
  • nettari di frutta, intesi come prodotti fermentescibili ma non fermentati, ottenuti con aggiunta di acqua o zucchero o miele od entrambi, utilizzando prodotti frutticoli privi di difetti;
  • succhi di frutta, intesi come prodotti fermentescibili ma non fermentati, ottenuti da frutta sana e matura, priva di difetti, fresca o conservata a freddo, appartenente ad 1 o più specie avente colore, aroma, gusto caratteristici dei succhi di frutta di provenienza

Fase di raccolta coordinata con trasporto in modo da ridurre intervallo di tempo di ingresso in linea di lavorazione (A tal fine impianti di lavorazione in prossimità di luoghi di produzione). Durante trasporto: evitare compressione da parte dei contenitori soprastanti, vibrazioni e scosse, perdita di umidità, contaminazioni incrociate con altri prodotti; mantenere corretta pulizia ed igiene dei mezzi di trasporto, nonché idonea temperatura di conservazione del prodotto. Imballaggi da usare debbono essere maneggevoli, in grado di assicurare buona protezione (resistenti ad impatti e vibrazioni) e regolazione termica  (mantenere idonea umidità). Lavaggio frutta con acqua potabile

–          disciplinare di produzione specifico per ortive riguarda:

a) vocazione pedoclimatica i cui valori ottimali di ph sono: 6,5-7 per asparago, cicerchia, pomodoro; 6,5-7,5 per aglio, pisello, rapa; 6-7 per bietole da costa, carota, cipolla, sedano; 5,5-6,5 per carciofo, cece, lenticchia; 6,4-7 per cavolfiore; 6,4-6,8 per cavolo broccolo; 6,4-7,2 per cavolo verza; 5,5-7 per cetriolo, melanzana, peperone, zucchina, fragola; 6-7,5 per fagiolo, fagiolino; 6-6,5 per patata; 7-7,8 per spinacio

b) Sono poco significative le asportazioni di sostanze nutritive dal terreno per cui si consiglia di intervenire con le seguenti dosi massime di azoto riportate in tabella pubblicata su BUR 68/13. Obbligo di eseguire analisi chimco-fisiche del terreno almeno ogni 5 anni prima di definire quantitativi di fertilizzante da distribuire. Si punta a ridurre di circa il 30% in 5 anni impiego di fertilizzanti in ortive

c) semina, trapianto, impianto rispettando esigenze fisiologiche di pianta, adeguate rese produttive, limitazione di erbe infestanti, malattie, litofagi, uso di fitoregolatori di sintesi (anticipare, ritardare e/o pigmentare produzioni vegetali), ottimizzando uso di nutrienti e consentendo risparmio idrico

d) scelta varietale in nuovo impianto con cultivar maggiormente vocate per quel territorio ed in grado di offrire buone prospettive commerciali. Se utilizzate varietà diverse da quelle pubblicate su BUR 68/13 occorre darne preventiva comunicazione a Regione

e) avvicendamento Colture protette (serre o tunnel) svincolate da obbligo successione purché eseguiti interventi di solarizzazione di almeno 60 giorni ad anni alterni. Per colture pluriennali obbligo diintervallo di almeno 2 anni (Intervallo superiore se evidenziati problemi fitosanitari). Per colture a ciclo breve ammessa ripetizione di più cicli nello stesso anno mediante ortive appartenenti a famiglie botaniche diverse o con intervallo di almeno 60 giorni tra 2 cicli di stessa ortiva

f) irrigazione ammessa solo se volumi erogati non eccedono valori riportati nella relative schede pubblicate su BUR 68/13

g) colture fuori suolo ammesse, salvo quelle a ciclo aperto e ponendo attenzione alla completa riciclabilità dei substrati e riutilizzazione agronomica delle acque reflue. Nel riscaldamento delle serre ammesso solo metano, olio e gasolio a basso contenuto di zolfo, combustibili di origine vegetale ed energia alternativa

h) in fase di post raccolta di colture orticole conferite allo stato fresco: partite a marchio QM vanno identificate al momento ingresso centri di condizionamento mediante cartellini posti su ogni cassone/pallet (in particolare riportare: data di ingresso in magazzino; identificazione partite già controllate per residui); partite dislocate in aree specifiche di movimentazione (se ortaggi trattati con antigermoglianti conservati in celle specifiche a lunga conservazione); partite QM lavorate separatamente dalle altre o su linee separate o secondo turni di lavorazione esclusivi o con sistemi che garantiscono separazione spazio/temporale di lavorazioni a marchio; marchio QM applicato solo su categorie commerciali “extra” e “prima”

i) in fase di post raccolta di colture orticole e legumi destinati a trasformazione: marchio QM applicato solo a prodotti trasformati in:

  • legumi secchi;
  • composte di prodotti orticoli, cioè mescolanza di prodotti orticoli e legumi freschi, privi di difetti, senza uso di pectine di sintesi, enzimi, coloranti, con possibile aggiunta di succo di limone quale stabilizzante;
  • conserva di prodotti orticoli e/o legumi di unica specie o preparazioni miste di ortaggi e legumi, senza difetti, confezionato in recipiente ermetico a gas, liquidi, microrganismi che ha subito trattamento termico in grado di inattivare in modo irreversibile enzimi e distruggere microrganismi;
  • prodotti di IV gamma, cioè prodotti orticoli freschi, senza difetti, ottenuti da pianta intera, foglie, steli, fiori, radici, infiorescenze, frutti mondati delle parti non utilizzabili, tagliati, lavati, asciugati, confezionati in buste o vaschette di plastica, venduti in banco refrigerato

Prodotti trasportati a stabilimenti di lavorazione (ubicati a relativa distanza da zona di produzione per evitare deperimento di qualità della materia prima) e punti vendita in camion frigoriferi. Raccolta coordinata con trasporto in modo da ridurre al minimo intervallo di tempo di ingresso nelle linee di lavorazione. Durante trasporto: evitare compressione da parte dei contenitori soprastanti; vibrazioni o scosse eccessive; perdite di umidità; contaminazioni incrociate con altri prodotti; garantita pulizia del mezzo e temperatura ottimale di conservazione dei prodotti ortivi; utilizzo di contenitori maneggevoli e standardizzati in grado di assicurare un buon livello di protezione, facilitando regolazione termica (passaggio di aria) e resistenza ad impatti, vibrazioni, compressioni, nonché mantenimento di elevata umidità. Prodotti lavati con acqua potabile e raffreddati a temperatura ottimale di conservazione, ponendo attenzione affinché non si verificano risalite di temperatura “accompagnate da condensa di vapore sulle superfici vegetali” che potrebbero determinare processi di degradazione e danni irreparabili alla qualità (Evitare sempre temperature di congelamento). Presentare a Servizio Agricoltura schede di processo del prodotto di riferimento, evidenziando difetti, ingredienti usati (compresi eventuali coadiuvanti e relative percentuali) e risultati di analisi chimiche

j) prodotti orticoli surgelati: piano di autocontrollo del trasformatore su intero processo produttivo, comprendente documentazione (produrre registrazioni previste) disponibile per intera shelf life del prodotto + 12 mesi. Trasformatore al momento richiesta marchio QM fornisce a Regione diagrammi di flusso di produzione, specificando fasi di lavorazione e controlli su processo e prodotti effettuati. Materia prima ubicata in area ben individuata di piazzola di sosta, lavorata separatamente da quelle non a marchio entro 24 ore da raccolta, previa sua identificazione e verifica presenza di elementi minimi di qualità previsti da disciplinare. Trasformatore in fase di accettazione compila scheda in cui riportare: nome del conferente partita; aspetti considerati di materia prima; codice identificazione partita; risultati rilevati; data ed ora di conferimento; data di raccolta; firma operatore. Fasi di lavorazione differenziate per tipologia di materia prima e di prodotto finale ottenuto, comunque comprendenti:

  • lavaggio con acqua potabile per allontanare residui di terra ed antiparassitari;
  • cernita al fine di selezionare prodotto e scartare materia prima che presenta difetti di colore, pezzatura, aspetto;
  • mondatura, cioè eliminazione parti non eduli di materia prima tramite pelatura di patate o di carote;
  • suddivisione in pezzi di piccole dimensioni per diminuire tempi di scottatura e rendere omogeneo trattamento termico e favorire congelamento rapido;
  • calibratura, eseguita prima o dopo congelamento;
  • scottatura mediante immissione del prodotto in acqua bollente o mediante aspersione di vapore surriscaldato, garantendo uniforme distribuzione del calore sul prodotto;
  • pre-raffreddamento attuato subito dopo uscita prodotto da scottatura a temperatura inferiore a -15°C al fine di arrestare subito azione del calore che potrebbe comprometterne qualità;
  • surgelazione o congelazione rapida in modo da far mantenere al prodotto caratteristiche equivalenti a quelle del prodotto fresco originario, riducendo perdite di liquido allo scongelamento;
  • confezionamento in idonei imballaggi che garantiscono allontanamento aria da contenitori;
  • conservazione a temperatura indicata nel piano di autocontrollo

k) piselli surgelati ammesse varietà a seme rugoso o liscio, avente contenuto in zuccheri alla consegna pari almeno a 3%, con tegumento non coriaceo, ma elastico e resistente alle spaccature (Nel prodotto trasformato, tegumenti rotti inferiori a 10%), classi di calibro extrafini inferiori a 7,5 mm.; finissimi da 7,5 a 8,2 mm.; fini da 8,2 a 8,8 mm.; medio fini da 8,8 a 10,2 mm.; medi oltre 10,2 mm.; grado tenderometrico rilevato inferiore a 120 psi e materiale vegetale estraneo nella partita inferiore a 30%. Processo di lavorazione prevede separazione dei baccelli interi da quelli in pezzi, quindi prodotto lavato allontanando eventuali impurità e poi inviato a scottatura, pre-raffreddamento, surgelazione, calibratura. Sul prodotto finito verificata difettosità su campioni di almeno 500 gr., accertando: assenza di materiale estraneo; unità gravemente (minore 1%) o leggermente (minore 5%) macchiate; unità imbrunite (minori 0,5%); unità agglomerate (Non oltre 10 grumi); unità bionde (minori 2%); unità pallide o decolorate (minori 3%); unità spaccate o tagliate (minori 3%); frammenti e bucce (minori 10%). Su prodotto finito eseguite anche analisi chimiche su perossidasi (negative) e nitriti (Massimo 5 ppm)

l) spinaci surgelati che si debbono presentare ad accettazione sani, freschi, puliti, privi di stelo fiorifero, privi di odori e sapori estranei, esenti da danni causati da gelo o parassiti animali o malattie che ne pregiudicano aspetto o commestibilità, con foglie gialle, brune, danneggiate in misura inferiore a 2%, con massimo di: 2 infiorescenze/kg.; 2 radici/kg.; 2 erbe piantine/kg.; 2 erbe aromatiche/kg.; 5% di gambi superiori a 5 cm.Materia prima sottoposta a lavaggio per eliminare sabbia e sassi e poi a scottatura in acqua o vapore. Prodotto quindi raffreddato, sgocciolato ed avviato a cernita (Eliminate foglie danneggiate o ingiallite ed eventuale materiale vegetale estraneo). Prodotto infine confezionato e surgelato. Su prodotto finito verificata difettosità su campioni di almeno 1 per rilevare: assenza di materiale vegetale estraneo; foglie gialle inferiore a 5%; foglie brune inferiori a 4%; foglie danneggiate inferiori a 3%; infiorescenze sviluppate massimo 3 pezzi; radici e resti di radici massimo 1 pezzo; erbe estranee filiformi inferiori a 300 mm.; gambi di lunghezza superiore a 10 cm. inferiori a 5%; erbe aromatiche massimo 1 pezzo. Sul prodotto finito eseguire analisi chimiche di nitriti (massimo 5 ppm), nitrati (massimo 1.800 ppm), perossidasi (negativa), acqua libera (massimo 20%)

–          imballaggi. Se prodotti a marchio trasportati sfusi utilizzare contenitori di diverse dimensioni a secondo di quantità, atti a non compromettere integrità del prodotto, contrassegnati in modo da distinguerli, contenitori debbono consentire di rendere visibile parte rappresentativa ed omogenea del prodotto

–          etichettatura nel caso di prodotti freschi:

a) se prodotto confezionato riportare su ogni imballaggio:

  • nome e ragione sociale o marchio depositato e sede di fabbricante/confezionatore/venditore in UE;
  • sede di stabilimento di produzione e confezionamento;
  • natura di prodotto (nome del prodotto e tipo commerciale) se contenuto non visibile da esterno;
  • nome di varietà;
  • quantità netta (quantità nominale in caso di prodotti preconfezionati in quantità costante);
  • origine del prodotto: Paese di origine ed eventualmente zona di produzione (Regione, Provincia, Comune);
  • caratteristiche commerciali (categoria e calibro);
  • termine minimo di conservazione o data di scadenza in caso di prodotti molto deperibili;
  • dicitura identificativa del lotto di appartenenza del prodotto;
  • modalità di conservazione ed utilizzo se necessari particolari accorgimenti data la natura del prodotto;
  • istruzioni per uso se necessario;
  • data di raccolta;
  • logo del marchio QM nelle sue caratteristiche originali e senza essere confuso con altri elementi grafici o scritte;
  • indicazione sito www.qm.marche.it al fine di rintracciabilità di SITRA;
  • codice di rintracciabilità di SITRA
  • eventuale logo di Ente terzo di certificazione

b) se prodotto non confezionato (cioè prodotto fresco immesso sul mercato senza manipolazioni): varietà, origine, categoria, calibro, data di raccolta, logo marchio QM, codice di rintracciabilità SITRA

Indicazioni in etichetta riportate in lingua di Stato membro in cui prodotto viene commercializzato

–          rapporti tra soggetti della filiera. Concessionario di marchio QM deve:

a) rispettare obblighi assunti con Regione e con altri soggetti di filiera con sottoscrizione convenzione per concessione uso del marchio;

b) stipulare apposito contratto con Organismo controllo;

c) stipulare convenzioni con altri aderenti alla filiera, tenendo aggiornati su scadenza licenza d’uso del marchio;

d) svolgere ruolo di coordinatore nella gestione sistema informativo per tracciabilità produzioni (SITRA);

e) coordinare azioni volte a raggiungere maggiore sicurezza ambientale;

f) predisporre linee di autocontrollo aziendale a favore di aderenti filiera;

g) svolgere controllo di 2° livello per verificare rispetto disciplinare da parte aderenti filiera;

h) conservare requisiti giuridici previsti per richiedenti;

i) comunicare subito a Regione ed Organismo di controllo variazioni in compagine sociale ed organi statutari;

j) vigilare su corretto operato dei propri associati e di altri aderenti a filiera;

k) individuare Organismo terzo accreditato a cui affidare controlli a fini rilascio di certificazione.

Compiti di tutti i soggetti della filiera sono:

a) attenersi a quanto previsto nel sistema documentale del marchio QM approvato da Regione;

b) rispettare regolamento d’uso del marchio ed eventuali successive modificazioni;

c) rispettare disciplinare approvato da Regione ed eventuali successive modificazioni;

d) utilizzare marchio solo dopo ottenimento di licenza d’uso;

e) utilizzare logo QM in casi in cui prevista etichettatura, rispettando modalità definita in regolamento d’uso;

f) assoggettarsi a controllo da parte Organismo controllo rispondente ai requisiti UNI EN 45011;

g) rispettare procedure di autocontrollo ed agevolare controlli presso propria sede e strutture da parte di soggetti pubblici e privati autorizzati;

h) consentire accesso presso propria sede ed unità produttive a responsabili attività di vigilanza;

i) stipulare convenzione con altri aderenti a filiera collegati;

j) assoggettarsi a controlli di 2° livello del concessionario;

k) utilizzare SITRA per tracciabilità delle produzioni;

l) conservare requisiti giuridici previsti e caratteristiche aziendali oggetto di approvazione domanda, comunicando al concessionario eventuali modifiche indipendenti da propria volontà, comprese modifiche di origine statutaria, titolarità azienda entro 2 giorni lavorativi;

m) individuare responsabile aziendale della qualità da comunicare a concessionario e che si interfaccia con Organismo di controllo.

Oltre ai compiti generali di cui sopra, compiti specifici per:

a) azienda agricola sono:

  • definire rapporti con centri di raccolta, stoccaggio, condizionamento aderenti a filiera
  • produrre solo prodotti ortofrutticoli e legumi a marchio QM limitatamente a colture descritte in schede, certificando intera produzione o in grado di raccogliere e consegnare partite separate per produzione a marchio QM dalle altre

b) centri di raccolta, stoccaggio, condizionamento sono:

  • disporre di strutture idonee dal punto di vista igienico sanitario a quanto richiesto dal disciplinare (controlli al ricevimento, separazione di partite, conservazione, controlli ad uscita)
  • garantire separazione del prodotto a marchio QM

c) grossisti sono:

  • disporre di strutture idonee al mantenimento delle caratteristiche dei prodotti a marchio QM secondo quanto previsto dal disciplinare
  • garantire separazione del prodotto a marchio QM

d) stabilimenti di confezionamento sono:

  • disporre di strutture idonee ad ottenere prodotto con caratteristiche previste dal disciplinare di produzione
  • in caso di non esclusiva, garantire lavorazione separata dal punto di vista fisico e/o cronologico dei prodotti a marchio QM dagli altri

e) dettaglianti sono:

  • disporre di strutture idonee a mantenere caratteristiche del prodotto previste nel disciplinare di produzione;
  • garantire separazione del prodotto a marchio QM

f) stabilimenti di trasformazione e confezionatori sono:

  • fornire tutte le informazioni inerenti la rintracciabilità del prodotto tramite SITRA

–          sistema di gestione e controllo, comprendente:

a) autocontrollo da parte di singoli operatori della filiera per verificare rispetto dei vari punti del disciplinare. Operazione attuata nel rispetto delle Linee guida predisposte da concessionario

b) controlli di parte seconda effettuati da concessionario tramite nucleo interno od esterno, la cui composizione comunicata ad Ente terzo di certificazione, specificando per ogni controllo: fase del processo produttivo in cui eseguito; punto di controllo; tipo di controllo (ispettivo, documentale, analitico); criteri di accettabilità delle caratteristiche oggetto di controllo; frequenza; responsabilità di esecuzione; criteri per gestione di non conformità; documenti di registrazione e tracciabilità; criteri per valutazione requisiti qualitativi; analisi da effettuare e relativa frequenza; definizione valori di accettabilità

c) controlli di parte 3° finalizzati al rilascio della certificazione eseguiti da Ente terzo di certificazione, pubblico o privato, conforme a norme UNI EN 45011 individuato da concessionario

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