DOCUMENTO PROGRAMMATICO APISTICO

DOCUMENTO PROGRAMMATICO APISTICO (Legge 313/04; D.M. 10/1/07)    (api04)

Soggetti interessati:

MI.P.A.F., Regioni, apicoltori

Iter procedurale:

MI.P.A.F. con D.M. 10/1/2007 ha approvato il documento programmatico per il settore apistico (DAP), concernente seguenti argomenti:

–          quadro dell’apicoltura mondiale in termini di diffusione dell’apicoltura nel mondo, produzione di miele, mercato mondiale del miele

–          quadro comunitario in termini di apicoltori, numero di alveari, produzione e consumo di miele (Forte importazione in quanto produzione interna CE copre appena 50% del consumo), destinazione miele (ad uso alimentare e per industria farmaceutica, cosmesi …)

–          apicoltura italiana in termini di: consistenza dell’apicoltura italiana (Difficile da stimare in quanto solo in alcune Regioni praticato censimento apistico); categorie professionali apicoltori distinte in base a Legge 313/04 (apicoltori, imprenditori apistici, apicoltori professionisti. Il 75% sono apicoltori che detengono pochi alveari a finalità prevalente di autoconsumo e di mantenimento di biodiversità; 15% sono imprenditori apistici che vedono nell’apicoltura forma di integrazione del reddito agricolo; meno del 10% sono apicoltori professionisti in possesso di 100 alveari/addetto); Organizzazioni apistiche (Federazione Apicoltori Italiani – FAI; Unione Nazionale Associazioni Apicoltori Italiani – UNAAPI); produzione e consumo miele (circa 11.100 t./anno pari a circa il 50% del fabbisogno nazionale, con notevoli differenze sia a livello di costi di produzione, sia di mercato del miele); altri prodotti dell’alveare (gelatina o pappa reale, cera, polline, propoli, veleno, famiglie di api ed api regine, proprietà medicinali salutari dei prodotti dell’alveare)

–          ruolo dell’ape nella produzione agricola e nella conservazione dell’ambiente

–          principali patologie dell’alveare, quali: varroasi; peste americana; aethina tumida

–          norme internazionali su produzione e commercializzazione del miele; Reg. CE 797/04 (Prevede azioni relative a: assistenza tecnica ad apicoltori e associazioni apicoltori; lotta contro varroasi; razionalizzazione della transumanza; misure di sostegno a laboratorio analisi per caratteristiche fisico-chimico del miele; misure di sostegno per ripopolamento del patrimonio apistico; collaborazione con organismi di ricerca nei settori di apicoltura); Reg. CE 1071/05 (Azioni di informazione e promozione prodotti agricoli); norme di riferimento di DOP e IGP; Reg. CE 1804/99 per zootecnica biologica

–          norme nazionali, quali: Legge 313/04 disciplina su apicoltura (riguardante: promozione e tutela prodotti apistici e processi di tracciabilità; tutela miele italiano; valorizzazione prodotti DOP, IGP e biologici; sostegno a forme associative; sviluppo programmi di ricerca; integrazione tra apicoltura ed agricoltura; indicazioni su limiti e divieti dei trattamenti antiparassitari tossici per api; individuazione limiti o divieti di impiego di colture OGM su api; incentivazione pratica di impollinazione a mezzo api; tutela e sviluppo di cultivar di essere nettarifere; determinazione interventi economici di risanamento e controllo contro varroasi; potenziamento controlli su prodotti apistici di origine extraCE; incentivo per insediamento giovani apicoltori; erogazione indennità compensative per agricoltori operanti in zone montane o svantaggiate; tutela e promozione selezione in purezza di ape mellifera ligustica); altre norme nazionali che in qualche modo agiscono nel settore apistico; disciplina Albo nazionale degli allevatori di api regine diviso nelle Sezioni di Apis mellifera ligustica e Apis mellifera sicula; disciplinare di Albo nazionale degli esperti in analisi sensoriale del miele; disciplinare di Albo nazionale di esperti in melissopalinologia; norme igienico-sanitarie; normative regionali (tra cui L.R. 36/87 della Regione Marche)

–          vincoli esistenti allo sviluppo dell’apicoltura italiana, in particolare: problemi sanitari per crescente diffusione di varroasi e patologie della covata; rinvenimento di contaminazioni del miele; limiti nel funzionamento dell’Associazionismo (Consorzi apistici, Associazioni apicoltori e loro Federazioni); limiti nello sviluppo tecnologico delle aziende (Insufficiente presenza di attrezzature innovative che ne migliorano aspetti quantitativi e qualitativi); limiti nell’assistenza tecnica e livello professionale (Azioni di formazione ed orientamento produttori, adeguamento condizioni igienico-sanitarie); limiti delle capacità produttive (Impoverimento genetico delle specie autoctone); carenze nella differenziazione e valorizzazione del miele; carenze nella differenziazione degli altri prodotti dell’alveare; limiti della ricerca e sperimentazione

–          obiettivi del documento programmatico sono quelli di mantenere e sviluppare apicoltura, assicurando redditività e competitività al settore, attraverso:

a)       promozione e tutela dei prodotti apistici italiani e processi di tracciabilità in modo da favorire conoscenza di apicoltura e dei suoi prodotti, proponendo al consumatore quale elemento di scelta criteri qualitativi e diversa origine botanica e territoriale del prodotto. Campagne di educazione alimentare ed informative di base, coinvolgendo Ministero Istruzione, Organizzazioni, Istituzioni per diffondere informazioni su caratteristiche prodotto, differenziazioni delle produzioni, valore nutrizionale, tracciabilità del processo in modo da certificare provenienza miele e garantire consumatore da frodi. Tracciabilità garantita attraverso azioni di controllo a tutti i livelli della filiera adottati in modo volontario da operatori con relativa applicazione di marchi consortili;

b)       tutela del miele italiano attraverso controlli su miele di importazione e nazionale presente sul mercato per quanto riguarda aspetti qualitativi e botanici. Miele deve rispondere a determinati parametri fissati da MI.P.A.F. per miele uniflora;

c)       valorizzazione del miele e della pappa reale nazionale, anche mediante DOP e IGP (legare miele a territorio di origine) o indicazione miele da agricoltura biologica;

d)       sostegno a forme associative di livello nazionale. Creazione di organismi associativi tra apicoltori (Associazioni ed Organizzazioni e loro Unioni o Federazioni sul territorio nazionale) dovranno svolgere ruolo importante a livello di formazione, razionalizzazione del sistema produttivo, gestione comune di mezzi tecnici, difesa da patologie. Incentivi concessi a favore di iniziative promosse da Associazioni, compresa stipula accordi interprofessionali per cessione, ritiro, stoccaggio, immissione sul mercato dei prodotti del settore apistico;

e)       sviluppo programmi di ricerca e sperimentazione apistica, incentrate su: valorizzazione e tutela dei prodotti apistici italiani (miele, pappa reale, propoli, cera); integrazione tra apicoltura e agricoltura e salvaguardia dell’ambiente (Monitoraggio con api per evidenziare presenza OGM; ricerche per valutare efficacia nel medio-lungo termine di nuovi agrofarmaci, studio dei pronubi selvatici come indice di biodiversità, valutazione tossicità dei prodotti fitosanitari sulle api); valorizzazione delle produzioni minori, monitorare quadro sanitario allevamenti apistici; individuazione e divulgazione azioni di lotta sanitaria; sostegno ad iniziative di riproduzione e diffusione di api regine;

f)        integrazione tra agricoltura ed apicoltura, cercando di salvaguardare api da minaccia trattamenti antiparassitari. Azioni formative avviate da Associazioni apistiche nei confronti di agricoltori per “indirizzarli verso tecniche produttive e strategia di difesa che tengono conto di salvaguardia del patrimonio apistico e biodiversità”;

g)       indicazione su limiti e divieti a cui sottoporre trattamenti antiparassitari, riducendone impatto su apicoltura. Realizzazione prove di laboratorio, in collaborazione con Associazioni apistiche, per accertare tossicità dei prodotti fitosanitari verso le api, classificandoli in 4 categorie: ad alto, medio, basso, privo di rischio. Accertare in particolare pericolo di distribuzione di aiuti parassitari durante periodo di fioritura, in modo da limitare il più possibile il danno sulle api, nonché sui prodotti da questi derivati;

h)       individuazione limiti e divieti di colture OGM di tenere nettamente separate da produzioni “no OGM”. Immissione in commercio di OGM ha durata temporanea di 10 anni, rinnovabile per altri 10, purché tracciabili nelle diverse fasi di produzione, trasporto, stoccaggio, trasformazione e distribuzione. Ministero Ambiente deve monitorare costantemente presenza di OGM nel territorio nazionale, specie su piante di interesse mellifero, nonché ricerca scientifica su OGM;

i)         incentivazione pratica di impollinazione tramite le api, in particolare nel settore sementiero, ortofrutticolo, produzione biologica. Attività di formazione circa specificità tecniche di allevamento per servizio di impollinazione, sensibilizzando apicoltori ad utilizzare tale metodo per favorire incremento quantitativo e qualitativo delle produzioni;

j)         incentivazione pratica di allevamento apistico e del nomadismo, attraverso: sostegno alla modernizzazione ed adeguamento ad adempimenti igienico-sanitari delle strutture destinate a lavorazione prodotti apistici (v. sale di smielatura, locali lavorazione pappa reale e polline) interventi a favore di insediamento giovani apicoltori; interventi per acquisto di famiglie di api per reintegrare perdite dovute a patologie o trattamenti fitosanitari o calamità; incentivi per acquisto e/o rinnovo attrezzature e macchinari da destinare ad attività apistica e movimentazione di alveari per sviluppo del nomadismo; incentivi per diversificazione azienda apistica (v. pappa reale, polline, api regine, propoli); sviluppo strumenti informatici per gestione azienda apistica; sostegno per stipula polizze assicurative a copertura rischi agricoli e di epizoozie nella pratica di allevamento apistico e del nomadismo; incremento allevamenti apistici nazionali con materiale genetico selezionato;

k)       tutela e sviluppo di cultivar di essenze mellifere in funzione di biodiversità, attraverso mappatura delle aree nettarifere, studi propedeutici al ripristino vegetazionale del territorio, messa a dimora in aree demaniali di specie floristiche di interesse apistico;

l)         determinazione di interventi di risanamento e controllo per lotta contro varroasi ed altre patologie (v. Peste americana). Ricerche e sperimentazioni volte a: mantenere diffusione patologie apistiche su territorio nazionale; valutare strategie profilattiche basate su impiego di sostanze di origine naturale o a basso impatto o su metodi preventivi; validare e diffondere metodi di controlli naturali delle patologie apistiche mediante lotta biologica ed integrata; controllare residui nei prodotti dell’alveare di sostanze farmacologiche usate; verificare fenomeni di resistenza della varroa agli acaricidi; effettuare studi diagnostici e di caratterizzazione eziologica; attivare adeguata opera di monitoraggio per evitare introduzione di nuovi parassiti delle api;

m)      potenziamento controlli su prodotti apistici di origine extraCE, comunitaria, nazionale. Controlli su residui di prodotti farmacologici nei prodotti dell’alveare. Incentivare forme di autocontrollo da parte operatori, impiego di trattamenti a basso impatto, formazione del personale impiegato nei controlli;

n)       incentivazione insediamento e permanenza giovani nel settore apistico. Rafforzare politiche di inserimento di giovani in apicoltura concedendo loro priorità nelle graduatorie (ulteriore priorità a giovani operanti in zone montane e svantaggiate) per investimenti in apicoltura;

o)       concessione indennità compensative per apicoltori operanti in zone montane e svantaggiate. Incentivati progetti didattico-culturali sull’apicoltura (v.costituzione di apiari e mielerie attrezzati per visite, creazione percorsi naturalistici, promozione aziende agrituristiche con indirizzo apistico);

p)       tutela e selezione in purezza di Apis mellifera ligustica e Apis mellifera sicula ed incentivazione ad impiego di api regine italiane provenienti da centri di selezione genetica. Incentivare programmi nazionali e locali di conservazione e miglioramento della Apis ligustica in termini di produttività e rusticità delle colonie di api. Selezione operata attraverso tecnica di tipo massale (più facile da applicare, ma più lenta e con risultati aleatori) o inseminamento strumentale delle api regine. Si punta a iniziative di formazione degli apicoltori per diffusione di corrette tecniche di allevamento e selezione di api regine e caratterizzazione della Apis ligustica e sicula e “ecotipi a diffusione geografica circoscritta”. Potenziamento Albo nazionale degli allevatori di api regine, anche introducendo specifiche Sezioni “in modo da comprendere peculiarità locali in contesto generale di valorizzazione dell’ape tramite miglioramento genetico”;

q)       attivazione specifica linea di servizi a supporto di tali scelte programmatiche (in particolare consulenza economica per verificare costi e ricavi delle singole aziende);

r)        indagini conoscitive ISMEA, in collaborazione con Organizzazioni apistiche e Osservatorio nazionale di produzione e mercato del miele, per avere quadro della produzione e mercato del miele in Italia;

s)       trasferimento delle innovazioni al settore apistico tramite efficiente sistema formativo ed informativo (corsi di formazione, convegni, lavori scientifici, pubblicazione di libri ed opuscoli) 

Documento programmatico applicato sul territorio delle Regioni che fissano criteri e modalità di accesso ai contributi da parte di produttori apistici, singoli ed associati.

Regione Marche con D.G.R. 1548 del 12/11/2012 ha attivato nella Regione il documento nazionale provvedendo a concedere aiuti per sviluppo apicoltura (v. scheda “api10”)

 

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