AREE A RISCHIO AMBIENTALE (L.R. 6/04)  (teramb15)

Soggetti interessati:

Regione, Enti locali

Iter procedurale:

Regione, sentiti Enti locali, individua “ambiti territoriali ed eventuali tratti marini ad essi prospicienti caratterizzati da gravi alterazioni degli equilibri ecologici nel suolo, nei corpi idrici, nell’atmosfera, nonché elevata concentrazione di stabilimenti industriali e di infrastrutture” che possono determinare “rischio di crisi ambientali”, cioè “effetti attesi e non desiderati su persone, risorse ambientali e storico-culturali, patrimonio edilizio, infrastrutture, organizzazione territoriale ed economica in genere”.

Dichiarazione di aree ad elevato rischio ambientale, emanata da Giunta Regionale, avente validità di 5 anni rinnovabile una sola volta, consente di:

–          individuare obiettivi di tutela ambientale e promozione dello sviluppo sostenibile, tenendo conto:

a) ambito territoriale minimo da considerare;

b) valutazione qualità ambiente, tramite indici di rilevamento relativi a parametri di qualità ambientale fissati da normativa nazionale;

c) rischio di eventi straordinari (Alluvioni, incendi, dissesti idrogeologici), valutato in base a parametri nazionali su sicurezza pubblica e tutela ambientale;

d) fattori di pressione che gravitano su area, in particolare produzione di energia, reti di trasporto, densità abitativa, presenza stabilimenti industriali ad elevata concentrazione di attività economiche in genere, presenze di infrastrutture sensibili (scuole ed ospedali), popolazione esposta al rischio.

Tra aree considerate a rischio vi sono Area di Falconara M., Ancona e Bassa Valle Esino individuata con Delibera del Consiglio Regionale del 1/3/2000;

–          redigere piano di risanamento, comprendente misure idonee a:

1)       eliminare o ridurre fenomeni di inquinamento e di squilibrio ambientale, anche tramite realizzazione di appositi impianti. Piano può anche prevedere di fissare limiti o valori più restrittivi per autorizzazione impianti rispetto a standard fissati da normativa di settore;

2)       promuovere sviluppo agroambientale sostenibile dei settori produttivi e migliore utilizzo dei dispositivi di eliminazione o riduzione inquinamento e fenomeni di squilibrio;

3)       incrementare condizioni generali di sicurezza;

4)       garantire coordinamento delle normative e degli strumenti urbanistici;

5)       garantire controllo su stato ambiente, attuazione interventi, efficacia di questi nel risolvere stato di crisi;

6)       indicare risorse pubbliche e private necessarie, strumenti di gestione del Piano, tempi e procedure per la sua attuazione.

Provincia elabora piano di risanamento che prioritariamente deve rimuovere situazioni di rischio  ed avviare recupero ambientale e riqualificazione dell’area, individuando forme di collaborazione tra soggetti coinvolti nel piano.

Piano di risanamento completo del quadro finanziario approvato da Consiglio regionale con durata di 10 anni.

Approvazione del piano ha carattere di dichiarazione di pubblica utilità, urgenza, indifferibilità delle opere. Nel caso di inadempienza da parte Autorità competenti, Regione assegna termine per provvedere, decorso il quale provvede direttamente. Piano costituisce altresì variante a Piano di Inquadramento Territoriale (PIT) ed a Piani urbanistici comunali (Comuni interessati provvedono ad adeguamento entro 12 mesi, salvo che variante richieda “ulteriori approfondimenti tecnico-scientifici”). Nuovi piani urbanistici o territoriali e loro varianti relativi a territori, compresi in tutto od in parte in aree dichiarate ad elevato rischio di crisi ambientale, debbono essere integrati da rapporto ambientale, contenuto in Valutazione Ambientale Strategica (VAS) in cui riportare obiettivi di tutela ambientale e promozione di sviluppo sostenibile. Ai fini di redazione VAS occorre consultare competenti strutture organizzative regionali e provinciali, ARPAM, Vigili del Fuoco.

Durante periodo di validità del Piano di risanamento, Provincia, in collaborazione con Comuni interessati ed ARPAM, redige relazione annuale su evoluzione situazione ambientale da inviare entro 31 Gennaio a Regione ed Enti locali, anche al fine di eventuali modifiche da apportare a Piano.