VARIETA’ ORTICOLE DA CONSERVAZIONE (D. Lgs. 267/10) (ortofr10)
Soggetti interessati:
Chiunque è interessato a produrre e commercializzare varietà orticole da conservazione
Iter procedurale:
D.Lgs. 267/10 concede deroga in merito a conservazione in situ (cioè conservazione del materiale genetico nell’ambiente di coltivazione dove tali specie hanno sviluppato le proprie caratteristiche distintive) di:
1) “varietà da conservazione”, cioè ai fini di iscrizione nei registri nazionali delle varietà di specie di piante orticole di ecotipi e varietà, tradizionalmente coltivate in particolari località e Regioni minacciate da erosione genetica. Ammessa iscrizione nei registri nazionali di varietà delle specie orticole le cui sementi:
– possono essere controllate come “sementi standard di una varietà da conservazione” se:
a) ecotipo o varietà presenta interesse per conservazione delle risorse fitogenetiche. Ai fini di distinguibilità e stabilità si applicano a “varietà da conservazione” questionari tecnici predisposti da Ufficio Comunitario delle Varietà Vegetali (UCVV) o di Unione Internazionale per la Protezione di Novità Vegetale (UPOV), mentre livello di omogeneità stabilito in base a piante fuori tipo pari a 10% su popolazione standard. Ai fini ammissione nei registri di tali varietà non necessario ad un esame ufficiale in caso di fornita di: adeguata descrizione delle “varietà da conservazione” e sua denominazione; risultati di esami non ufficiali; conoscenze acquisite con esperienza pratica durante coltivazione, riproduzione, impiego come notificato da richiedente; informazioni da Regione in materia di risorse fitogenetiche od Organizzazioni riconosciute al riguardo;
b) controllate come sementi standard di “varietà da conservazione” se soddisfano requisiti per certificazione delle sementi standard e presentano grado di purezza varietale sufficiente;
– possono essere certificate come “sementi certificate di una varietà da conservazione”, se:
a) sono derivate da sementi prodotte secondo modalità previste per mantenimento della selezione conservatrice;
b) soddisfano requisiti per certificazione categoria “sementi certificate”, presentando comunque grado di purezza varietale sufficiente, pur non rispettando parametri di purezza varietale minima. Analisi delle sementi per verificare grado di purezza effettuate in base ai protocolli internazionali esistenti, prevalendo campioni da lotti omogenei.
“Varietà da conservazione” non ammessa a Registro nazionale della varietà se:
a) figura già nel catalogo comune delle varietà di specie orticole, ma non come “varietà di conservazione” o cancellata da stesso catalogo negli ultimi 2 anni;
b) protetta da privativa comunitaria/nazionale per ritrovati vegetali o presentata domanda al riguardo.
Per denominazione di “varietà da conservazione” conosciute prima di 25 Maggio 2000 ammesse deroghe, salvo che queste violano diritti pregressi da terzi. Ammesso uso di più denominazioni per stessa varietà in caso di denominazione tradizionalmente conosciute.
Al momento di ammissione di “varietà da conservazione” determinata sua zona di coltivazione tradizionale (“zona di origine”), tenendo conto di informazioni fornite da Regione o Autorità competenti in materia di risorse fitogenetiche od Organizzazioni riconosciute al riguardo. Se “zona di origine” ricade anche in altri Stati membri, denominazione stabilita di comune accordo. “Zona di origine” notificata a Commissione Europea. Obbligo di effettuare selezione e produzione “varietà da conservazione” iscritta in Registro nazionale nella sua “zona di origine”. Se in tale zona risulta impossibile procedere alla sua produzione “per motivo specifico connesso all’ambiente”, si può autorizzare produzione in altre zone, tenendo conto informazioni fornite da Regione, Autorità competenti, Organizzazioni riconosciute in materia di risorse citogenetiche, purché tali sementi impiegate poi solo nella “zona di origine” ed ulteriori zone individuate notificate a CE e Stati membri.
Sementi “varietà da conservazione” commercializzate solo se:
a) prodotte nelle “zone di origine” o in zone individuate;
b) commercializzate nelle “zone di origine” (Ammessa commercializzazione in altre zone se comparabili per habitat naturali e semi-naturali per varietà in questione con “zona di origine” e comunque riservando sempre quantità minima di sementi da conservare per “zone di origine” e approvazione nuove zone oggetto di notifica a Commissione Europea ed altri Stati membri;
c) soddisfano requisiti previsti da normativa fitosanitaria vigente;
d) in quantità non superiore a quella necessaria per coltivazione della superficie indicata per specifica varietà in Allegato I a D.Lgs. 267/10 pubblicato su G.U. 34/11. A tal fine produttori sementi varietà da conservazione comunica a Regione. Istituto Nazionale di Ricerca per Alimenti e Nutrizione (INRAN) e MI.P.A.F., prima di inizio stagione di produzione, superfici ed ubicazione aree di produzione sementi. Se in base a tali informazioni esiste rischio di superare quantità fissate, INRAN, di intesa con Regioni e MI.P.A.F., definisce per ogni produttore quota che può essere commercializzata nel corso della stagione di produzione in questione;
e) imballaggi chiusi e sigillati da produttore “in modo da non poter essere aperti senza danneggiare sistema di sigillatura o lasciare tracce di manomissione su cartellino ad imballaggio”;
f) imballaggio contenitori muniti di cartellino o etichettatura di produttore recante seguenti indicazioni: dicitura “nome CE”; nome ed indirizzo del responsabile cartellino o suo numero di identificazione; anno di chiusura (“chiuso anno ”) o anno di prelievo campioni per ultima germinabilità (“Campione prelevato anno ”); specie; denominazione varietà da conservazione; indicazione “sementi certificate di varietà da conservazione” o “sementi standard di varietà da conservazione”; zona di origine; indicazione zone di produzione sementi se diversa da zone di origine; numero di riferimento lotto; peso netto o lordo o numero dichiarato di semi; in caso di utilizzo di antiparassitari granulati, sostanze di rivestimento o di altri additivi solidi; indicare natura del trattamento chimico od additivo utilizzato e rapporto tra peso dei glomeruli o semi puri e peso totale.
Istituto Nazionale di Ricerca per Alimenti e Nutrizione (INRAN) provvede a controllo ufficiale:
a) sementi prodotte da varietà da conservazione mediante sondaggi per verificarne identità e purezza variabile;
b) effettuate durante produzione e commercializzazione che sementi soddisfano requisiti di varietà, zona di produzione, quantità;
2) varietà sviluppate per coltivazione in condizioni particolari, cioè prive di valore intrinseco per produzione orticola per fini commerciali, ma sviluppata per coltivazione in condizioni particolari aerotecniche, climatiche, podologiche. Distinzione di tali varietà in base a questionari tecnici associati ai protocolli di esame di Ufficio Comunitario di Varietà Vegetali (UCVV) o questionari tecnici di Linee guida di Unione Internazionale per Protezione delle Novità Vegetali (UPOV), mentre livello di omogeneità stabilito se quanto su popolazione standard non omogenee per 10%. Nessun esame ufficiale condotto ai fini di iscrizione registro se sufficienti seguenti informazioni:
a) descrizione varietà sviluppata per coltivazione in particolari condizioni e sua denominazione;
b) risultati di esami non ufficiali;
c) conoscenze acquisite con esperienza pratica durante coltivazione, riproduzione, impiego come notificate da richiedente iscrizione;
d) altre informazioni ottenute da Regione, Autorità competenti/Organizzazioni riconosciute in materia di risorse fitogenetiche;
Varietà non ammesse a Registro nazionale se:
a) figura già nel catalogo comune delle varietà di specie orticole, ma come varietà sviluppate per coltivazione in condizioni particolari o cancellata da catalogo negli ultimi 2 anni;
b) protetta da privativa comunitaria o nazionale per ritrovati vegetali o presentata domanda al riguardo.
Per denominazioni di tali varietà ammesse deroghe, purché non ledono diritti pregressi di terzi. In caso di denominazioni tradizionalmente conosciute, ammesse più denominazioni.
Tali varietà contornate come sementi di categoria standard se ne possiedono requisiti con grado di purezza varietale sufficiente (Analisi condotte al riguardo secondo protocolli internazionali).
Commercializzazione di queste varietà ammessa solo in imballaggio di piccole dimensioni dal peso non superiore a quello netto fissato in Allegato II a D.Lgs. 267/10 pubblicato su G.U. 34/11, chiusi e sigillati in modo da non poter essere aperti senza danneggiare sistema di sigillatura o senza manomettere cartellino/etichetta in cui riportare: dicitura “Nome CE”; nome ed indirizzo responsabile di cartellino; anno di chiusura (“chiuso anno ”) o anno di ultimo prelievo di campione (“campione prelevato anno .”); specie; denominazione della varietà; dicitura “varietà sviluppata per coltivazione in condizioni particolari”; numero di riferimento del lotto indicato da persona responsabile di cartellino; peso netto o lordo o numero dichiarato di semi; indicazione natura di eventuale trattamento chimico od additivo e rapporto tra peso dei glomeruli o dei semi puri e peso totale.
Istituto Nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione (INRAN) provvede ai controlli mediante sondaggi per verificarne identità e purezza varietale, quantità e requisiti previsti da normativa fitosanitaria vigente (Controlli eseguiti durante produzione e commercializzazione)
Produttori provvedono a notificare a Regioni, INRAN, MI.P.A.F. per ogni stagione produttiva, quantitativi di sementi commercializzati per ogni varietà da conservazione e per ogni varietà sviluppata per la coltivazione in condizioni particolari. Dati notificati a Commissione Europea e ad altri Stati membri;
3) commercializzazione delle sementi di varietà di cui alle precedenti lettere a) e b)