DISCIPLINA REGIONALE RIFIUTI

DISCIPLINA REGIONALE RIFIUTI (D.Lgs. 152/06; L.R. 24/09, 31/09, 18/11, 29/19; D.G.R.M. 21/11/11, 06/03/13, 22/02/16)  (rifiut28)

Soggetti interessati:

Regione Marche, Province, Comuni, Agenzia egionale protezione ambientale Marche (ARPAM), Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) con relativa Autorità di Ambito, imprese e cittadini in quanto produttori di rifiuti che mirano a:

  1. prevenire la produzione di rifiuti e ridurne la pericolosità. Esempi di misure di prevenzione riportate in Allegato L a 152/06 pubblicato su G.U. 288/10;
  2. potenziare ed agevolare la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani di quelli assimilati (adottando con priorità il sistema di raccolta “porta a porta” e dei rifiuti speciali);
  3. promuovere e sostenere attività di riutilizzo, riciclaggio e recupero di rifiuti urbani e speciali, nonché ogni altra azione diretta ad ottenere da questi materia prima secondaria;
  4. favorire sviluppo e applicazione di nuove tecnologie impiantistiche, a basso impatto ambientale che consentono risparmio di risorse naturali;
  5. ridurre movimentazione rifiuti attraverso smaltimento in impianti idonei, prossimi a luogo di produzione, che utilizzano metodi e tecnologie in grado di garantire elevata tutela della salute e dell’ambiente. Al riguardo Regione si impegna ad assicurare smaltimento di rifiuti urbani non pericolosi all’interno di Regione “con progressiva autosufficienza all’interno di ATO, mentre per restanti tipologie di rifiuto applicato principio di vicinanza del luogo di produzione a quello di smaltimento, tenendo conto contesto geografico, eventuali condizioni di crisi ambientale o necessità di impianti specializzati”;
  6. favorire riduzione dello smaltimento indifferenziato;
  7. favorire informazione e partecipazione dei cittadini, attraverso idonee forme di comunicazione;
  8. favorire eliminazione fonti di inquinamento e riduzioni delle concentrazioni di sostanze inquinanti nel suolo, sottosuolo, acque sotterranee;
  9. promuovere presso impresa forme di progettazione di prodotti ed imballaggi tali da ridurre all’origine la creazione di rifiuti non riciclabili, intervenendo anche tramite forme di incentivazione economica e/o fiscale

 

Iter procedurale:

E’ compito di Regione (Assemblea e/o Giunta Regionale) anche avvalendosi di ARPAM:

  • predisporre, approvare ed aggiornare, sentite Province e Comuni (Autorità di Ambito in caso di rifiuti urbani), piano regionale di gestione dei rifiuti, nel rispetto della procedura VAS (v. scheda “teramb23”), comprendente:
  • analisi della tipologia, quantità ed origine dei rifiuti prodotti nel territorio (suddiviso per singolo ATO) da recuperare o smaltire, rifiuti spediti da e verso territorio nazionale, valutazione evoluzione flussi di rifiuti, fissazione obiettivi di raccolta differenziata da raggiungere a livello regionale;
  • sistema di raccolta rifiuti ed impianti di smaltimento e recupero esistenti, inclusi eventuali sistemi speciali per oli usati, rifiuti pericolosi, flussi rifiuti disciplinati da specifiche norme CE;
  • individuazione attività, tipologie e fabbisogni di impianti di recupero e smaltimento di:
  • rifiuti urbani da realizzare nella Regione, secondo criteri di trasparenza, efficacia, efficienza, economicità, autosufficienza di rifiuti urbani non pericolosi all’interno di ATO;
  • rifiuti speciali in luoghi prossimi a quelli di produzione, tenuto conto situazioni di crisi ambientale ed obiettivo di ridurre loro movimentazione;
  • criteri di individuazione sia di aree non idonee ad impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti, sia di aree idonee ad impianti di smaltimento, nonché criteri tecnici per localizzare impianti di gestione rifiuti (Escluse discariche) in aree destinate ad insediamenti produttivi;
  • determinazione nel rispetto di normativa nazionale, disposizioni per specifiche tipologie di rifiuto, compresi rifiuti di imballaggio;
  • iniziative finalizzate a promozione di gestione integrata dei rifiuti per singolo ATO;
  • requisiti tecnici generali relativi ad attività di gestione rifiuti nel rispetto di normativa comunitaria e nazionale;
  • iniziative dirette a limitare produzione di rifiuti ed a favorire riutilizzo, riciclaggio, recupero dei rifiuti;
  • aspetti organizzativi connessi a gestione dei rifiuti;
  • valutazione utilità ed idoneità del ricorso a strumenti economici e di altro tipo per soluzione problematiche riguardanti rifiuti per “assicurare buon funzionamento di mercato interno”;
  • campagne di sensibilizzazione e diffusione di informazioni al pubblico;
  • coordinamento con altri strumenti di pianificazione regionali;
  • piani di bonifica di aree inquinate che debbono prevedere:
  • ordine di priorità negli interventi, basato su criteri di valutazione del rischio elaborato da ISPRA;
  • modalità interventi di bonifica e risanamento ambientale (Priorità ad impiego materiali provenienti da attività di recupero rifiuti urbani);
  • stima oneri finanziari;
  • modalità smaltimento materiali da asportare.
  • piano regionale per riduzione rifiuti biodegradabili;
  • programma per gestione degli apparecchi contenenti PCB;
  • stima dei costi delle operazioni di recupero e smaltimento dei rifiuti urbani.

Piano di gestione approvato da Assemblea Regionale con Delibera Amministrativa 284/99. Aggiornamento del piano deve avvenire almeno ogni 6 anni e comunque “ogni volta se ne ravvisi necessità”. Regione comunica subito approvazione e revisioni sostanziali dei piani di gestione e dei programmi di prevenzione a Ministero Ambiente, affinché questo li trasmetta a Commissione Europea.

In caso di inadempienza, Ministero diffida Regione ad adempiere entro congruo periodo, pena elaborazione diretta dello stesso.

Regione assicura pubblicazione dei piani di gestione e programmi di prevenzione anche mediante loro inserimento su sito web di Regione

  • individuare Ambiti Territoriali Ottimali (ATO) coincidenti con territorio di ogni Provincia, fermo restando che singoli Comuni possono chiedere a Regione e Provincia competente passaggio a ATO limitrofo. Passaggio accordato tramite accordo interprovinciale, previo nulla osta di Giunta Regionale. Giunta Regionale, sentita Assemblea Territoriale di Ambito (ATA), può stipulare accordi per estendere ATO a Comuni di altre Regioni, o viceversa consentire a Comuni marchigiani di aderire ad ATO di Regioni limitrofe. In merito a funzioni ed organizzazioni di ATO (vedere scheda “Ambiti Territoriali Ottimali”)
  • predisporre schemi di convenzione e statuto del consorzio per istituzione Autorità di Ambito da inviare a Comune per loro adozione
  • approvare in base a L.R. 18/11 criteri per la redazione di un Piano straordinario di Ambito, che ATA deve approvare nei successivi 4 mesi dalla pubblicazione su BUR  dei suddetti criteri
  • verificare conformità al piano regionale dei Piani di Ambito (PdA) e della individuazione da parte della Provincia delle aree di localizzazione impianti di smaltimento rifiuti approvare Linee guida in materia di gestione integrata dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati
  • stabilire, sentito Consiglio Autonomie locali, criteri per determinazione di idonee misure compensative. Con D.G.R. 162 del 13/2/2012 Regione definito criteri per determinazione di tali misure compensative che dovrebbero essere adottate da Assemblea Territoriale di Ambito (ATA) con obiettivo di contenere costi per utenti e di ridurre rifiuti avviati a smaltimento o termovalorizzazione, riguardanti:
  • Enti locali proprietari di impianti di recupero e smaltimento rifiuti (discarica, impianto di trattamento meccanico/biologico) ed altre dotazioni patrimoniali (cioè cassonetti, automezzi per raccolta e trasporto rifiuti, centri comunali di raccolta differenziata) che cedono in comodato beni a soggetti affidatari del servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati. Misure compensative sono da rapportare a benefici derivanti ad intero complesso dei Comuni ATO per minori investimenti da sostenere da parte di soggetto gestore, disponendo già di tali impianti e dotazioni patrimoniali. Misure di compensazione distinte da “oneri di ammortamenti residui per impianti affidati o, relativamente alle discariche, di accantonamenti per spese di gestione post mortem” (Tali oneri definiti nel contratto di affidamento del servizio da parte ATA). Entità misura di compensazione fissata in base a:
  • valore patrimoniale del bene affidato in comodato;
  • svalutazione nel tempo del valore di impianto;
  • investimenti effettuati per realizzare impianto o acquisto di dotazione patrimoniale da parte di Enti locali al netto di ogni contributo comunitario, statale, regionale o provinciale;
  • nel caso di discariche, volumetrie da utilizzare e di investimenti complessivi ad esse connesse (v. impianti di depurazione, pesa, aree comuni).

Misura compensativa rientra tra spese generali di gestione servizio integrato rifiuti urbani (Obiettivo è quello di minimizzarla);

  • Comuni interessati ad impatto ambientale determinato da impianti di recupero, trattamento e smaltimento di rifiuti urbani ed assimilati, anche se appartenenti ad altro ATO. Misure di compensazione intervengono su areedi influenza, impianto (area compresa in raggio di 2 km. da perimetro impianto) ed impatto ambientale riconosciuto in procedimento valutazione impatto ambientale (VIA). Autorità di Ambito stabilisce entità misura compensazione a favore di Comune sede di impianto (per 75% – 85%) e di altri Comuni ricadenti entro raggio 2 km. da limite esterno impianto (per 15% – 25%), tenendo conto della loro superficie territoriale (peso 40% – 60%) e della popolazione rilevata ad ultimo censimento (peso 60% – 40%) Nel caso di ampliamento perimetro impianto, adeguare contributo compensativo
  • Comuni sede di Centro di trasferenza e Comuni ubicati nel raggio di 1 km. da perimetro impianto di discarica, termovalorizzatore, impianto trattamento rifiuti  urbani indifferenziati, trattamento frazione secca di rifiuti derivati, trattamento frazione organica rifiuti solidi urbani e/o compostaggio, beneficiano di misura compensativa per attraversamento di aree urbane da parte di mezzi di trasporto rifiuti urbani ed assimilati e rifiuti derivati da loro trattamento e destinati a suddetti impianti. Indennità compensa “disagio passaggio mezzi adibiti al trasporto dei rifiuti” fissata da Assemblea Territoriale Ambito in misura non inferiore a 0,1%, né superiore a 3% a quella di impatto ambientale di cui sopra. Indennità destinata per 75% – 85% a favore Comune sede di impianto e per 25% – 15% a favore di altri Comuni ricadenti in base a superficie territoriale comunale compresa entro raggio di 1 km. da perimetro impianto (Peso 40% – 60%) ed a popolazione residente ad ultimo censimento (Peso 60% – 40%). Nel caso di ampliamento perimetro impianto occorre adeguare misura compensativa.

Entità di misura compensativa fissata da Assemblea Territoriale di Ambito determinata ponendo: 1 a discarica e terrmovalorizzatore; 0,5 ad impianto di trattamento rifiuti urbani indifferenziati e trattamento frazione organica di rifiuti solidi urbani e/o compostaggio; 0,1 ad impianto trattamento frazione secca da rifiuti derivati; 0,01 a Centro di trasferenza intercomunale.

Assemblea Territoriale Ambito fissa tempi e modalità di corresponsione di misura compensativa a Comuni beneficiari, anche se appartenenti a diverso ATO

  • definire schema di contratto di servizio per regolare rapporti tra Autorità di ATO e soggetti affidatari del servizio integrato di gestione dei rifiuti, sentite Autorità di ATO
  • concedere finanziamenti per attuazione piano regionale e per perseguimento finalità di cui sopra
  • approvare aggiornamento anagrafe dei siti inquinati regionali, predisposto da ARPAM
  • favorire realizzazione impianti di ricerca e sperimentazione
  • stabilire forme di concertazione e consultazione anche mediante costituzione di tavolo tecnico istituzionale, allo scopo di garantire maggiore efficacia ad azioni regionali in materia di gestione dei rifiuti. Tavolo tecnico  istituito con DGR 131 del 22/12/2016 comprendente; Dirigente (che lo presiede) e funzionario di P.F. ciclo dei rifiuti, 1 rappresentante per Provincia, 1 rappresentante di ANCI Marche, 1 rappresentante di ARPAM, Presidente del tavolo può invitare in funzione di argomenti specifici all’ordine del giorno, altri soggetti istituzionali, parti sociali, professioni tecniche. Partecipazione al tavolo non comporta alcun compenso o rimborso spese.
  • promuovere gestione integrata dei rifiuti, inteso come “complesso di attività volte a ridurre quantità dei rifiuti prodotti, nonché ad ottimizzare raccolta, compresa raccolta differenziata, recupero e smaltimento dei rifiuti” (v. scheda “rifiut23”)
  • procedere a valutazione di impatto ambientale (VIA) ed autorizzazione integrata ambientale (AIA) per nuovi impianti di incenerimento e coincenerimento. Al riguardo Giunta Regionale, sentite Province interessate, emanaapposite Linee guida contenenti criteri per individuare possibili siti alternativi
  • promuovere sviluppo della raccolta differenziata e recupero della materia prima tramite:
  • azioni e strumenti incentivanti per favorire riorganizzazione del sistema di raccolta differenziata, in grado di assicurare alte percentuali di intercettazione, in particolare mediante sistema di raccolta “porta a porta”, con priorità nel 2012 per: iniziative a livello sovracomunale; start up o implementazione di raccolta della frazione organica di rifiuti urbani e dei RAEE; iniziativa “Comuni ricicloni delle Marche 2012” in convenzione con Legambiente;
  • iniziative incentivanti volte ad assicurare elevato recupero delle frazioni di rifiuto raccolte in maniera differenziata e collocamento sul mercato del materiale riciclato
  • attivazione forme di comunicazione e sensibilizzazione
  • stipula di accordi ed intese con soggetti pubblici e privati, compresi consorzi nazionali di filiera (in particolare Consorzio nazionale compostatori). Accordo programma siglato in data 30/11/2009 finalizzato alla prevenzione e riduzione della produzione di rifiuti che prosegue nel 2012 con priorità per iniziative attivate da Centri del Riuso della rete regionale
  • concedere contributi ad Enti pubblici per realizzazione ufficio di interventi di bonifica, ripristino e riqualificazione ambientale dei siti contaminati. Piano regionale di bonifica dei siti contaminati deve inserire tra valutazione di priorità, anche siti inquinati di interesse nazionale e quelli ricadenti entro aree dichiarate ad elevato rischio di crisi ambientale
  • istituire, presso Servizio Regionale competente, Conferenza Regionale dei Presidenti di ATO per rifiuti, composta da Presidente Giunta Regionale (o suo delegato), che la convoca e presiede, e Presidenti di ogni ATA. Ai componenti di Conferenza non dovuto alcun compenso, con eventuali rimborsi spese riconosciuti a carico di Ente rappresentato
  • istituire presso ARPAM Sezione regionale del catasto dei rifiuti da tenere costantemente aggiornato (v. scheda “rifiut06”). Giunta Regionale, nel rispetto delle disposizioni nazionali circa modalità di raccolta dati, fornisce “indirizzi per articolazione territoriale, trasmissione, elaborazione e divulgazione dei dati medesimi”, nonché determina criteri per armonizzare attività del catasto con quelle di Osservatorio Provinciale Rifiuti
  • promuovere con soggetti pubblici e privati accordi per favorire riduzione quantità e pericolosità dei rifiuti prodotti
  • predisporre Linee guida per indirizzare tutti i soggetti interessati verso migliori pratiche di prevenzione e riduzione dei rifiuti
  • intervenire, in via sostitutiva, nominando Commissario ad acta nei confronti di Enti inadempienti per funzioni assegnate nei termini previsti, sentito Consiglio delle Autonomie locali e previa diffida. Oneri del Commissario èa carico di Enti inadempientisostenere Assemblea Territoriale di Ambito nella fase di strutturazione organizzativa ed elaborazione del Piano straordinario di Ambito

E’ compito delle Province:

  • individuare, sentite Autorità di Ambito e Comuni, sulla base del Piano Territoriale Coordinamento (PTC) provinciale e del Piano regionale gestione dei rifiuti, aree idonee a localizzazione impianti di smaltimento rifiuti e quelle non idonee ad impianti di recupero rifiuti
  • gestire Osservatorio Provinciale dei Rifiuti (OPR) per collaborare ad azioni di monitoraggio, programmazione e controllo di Osservatorio nazionale su rifiuti
  • curare tenuta registro delle imprese e degli Enti oggetto di procedure semplificate
  • stipulare, sentita Regione, accordi interprovinciali per gestione di determinate tipologie di rifiuti, al fine di raggiungere maggiore funzionalità ed efficienza impossibile da conseguire in ATO
  • realizzare e gestire impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti, a seguito di valutazione di impatto ambientale ed autorizzazione integrata ambientale
  • eseguire valutazione di impatto ambientale e autorizzazione integrata ambientale relativamente a modifiche sostanziali ad impianti di incenerimento e coincenerimento inviare a Regione copia dati relativi ad impianti di propria competenza
  • avvalersi per migliore svolgimento di funzioni affidate al supporto scientifico di ARPAM
  • promuovere ed adottare iniziative nel proprio territorio a favore di raccolta differenziata, recupero, riciclaggio

E’ compito dei Comuni e loro Consorzi o Comunità Montane:

  • concorrere alla gestione integrata rifiuti urbani ed assimilati avviati a smaltimento in regime di privativa, fino a quando non espletata gara di appalto da parte Autorità di Ambito
  • promuovere iniziative nel proprio territorio per raccolta differenziata, recupero, riciclaggio
  • eseguire interventi di messa in sicurezza e bonifica dei siti contaminati ricadenti interamente nel proprio territorio
  • curare procedure di affidamento del servizio di gestione dei rifiuti
  • assicurare risorse necessarie per esercizio funzioni attribuite ad ATO, anche attraverso tassa per smaltimento rifiuti solidi urbani (TARSU)

Regione, Enti locali, Autorità di Ambito puntano a favorire:

  • azioni e strumenti incentivanti o penalizzanti finalizzati a contenere e ridurre quantità di rifiuti prodotti o loro pericolosità da parte di soggetti pubblici o privati
  • iniziative per la diffusione di acquisti verdi (Almeno 50% proprio fabbisogno annuale di beni e manufatti ottenuti da materiale riciclato) con obbligo di inserire nei bandi di gara o selezione clausola di preferenza al riguardo
  • campagne informative e di sensibilizzazione rivolte a soggetti pubblici e privati per adozione di comportamenti atti a favorire prevenzione e riduzione di rifiuti
  • iniziative di educazione e formazione in materia di prevenzione e gestione integrata rifiuti, a favore di cittadini, Enti, imprese, anche in collaborazione con Associazioni, aziende, società ed Istituzioni scolastiche. A tal fine Giunta Regionale individua interventi e risorse necessarie per loro realizzazione, anche nell’ambito di attività del sistema INFEA
  • “istituzione ed attività di ludoteche regionali del riuso”, quali strumenti per elaborazione e diffusione di iniziative in materia di valorizzazione ludico creativa dei rifiuti riutilizzabili (Modalità di attuazione definite da Giunta Regionale)

LR 29/19 definisce i criteri per l’individuazione di luoghi idonei ad accogliere gli impianti del combustibile solido secondario (CSS) e quelli rientranti nelle tipologie di combustibile derivato da rifiuti e fanghi essiccati di depurazione delle acque reflue. Tali impianti debbono essere ubicati ad una distanza minima di 5 km “da funzioni sensibili” e dai centri abitati (calcolata dal perimetro esterno delle zone residenziali consolidate, di completamento ed espansione come individuate dagli strumenti urbanistici).

 

Entità aiuto:

Ad attivazione della L.R. 24/09 concorrono Regione ed Enti locali tramite risorse finanziarie proprie, statali e comunitarie riportate nella Legge di bilancio.

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